Il disturbo da attacchi di panico è stato rinominato disturbo di panico nel DSM V e rientra nel capitolo dei cosiddetti disturbi di ansia, che differiscono tra di loro per il tipo di situazione specifica che può provocare gli stati di ansia.
In questa tipologia di disturbi prevalgono sentimenti di paura per quella che è una minaccia reale o percepita e sentimenti di ansia, intesa come anticipazione di una minaccia futura.
Patologia o paura fisiologica?
Questi stati si contraddistinguono per l’eccessiva durata nel tempo, quindi per la loro persistenza, e per il carattere di intensità che li accompagna e che li rende differenti dai fisiologici sentimenti di paura, che tutti provano prima o poi nella vita.
L’aspetto che rende problematici questi “stati di ansia” è il loro interferire, in qualche modo, nelle normali attività quotidiane della persona come ad esempio, il lavoro, lo studio e le relazioni sociali.
L’attacco di panico, ricorrente nel disturbo di panico, consiste nell’improvvisa comparsa di paura o disagio intensi che raggiunge il picco in pochi minuti. La frequenza e la gravità degli attacchi di panico sono molto varie.
Generalmente ad essi segue una preoccupazione persistente per il loro ripresentarsi e per le loro conseguenze (imbarazzo o paura per la valutazione altrui), in aggiunta a comportamenti disfunzionali di evitamento delle possibili situazioni che li scatenano e di pianificazione e controllo delle attività da svolgere.
Gli attacchi di panico possono presentarsi all’interno di altri disturbi mentali come quelli di ansia, disturbi depressivi, disturbo post traumatico da stress etc ed in alcuni stati medici; non rappresentando, dunque, un disturbo mentale a sé, quanto uno specificatore di alcune condizioni.
Quali sono i criteri diagnostici per l’attacco di panico?
Per poter dire di essere in presenza di un attacco di panico è necessaria la presenza di almeno quattro di questi sintomi:
• palpitazioni, cardiopalmo, o tachicardia
• sudorazione
• tremori fini o a grandi scosse
• dispnea o sensazione di soffocamento
• sensazione di asfissia (mancanza d’aria)
• dolore o fastidio al petto
• nausea o disturbi addominali
• sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento
• derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da sé stessi)
• paura di perdere il controllo o di impazzire
• paura di morire
• parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio)
• brividi o vampate di calore.
Espressione corporea di disagi emotivi
L’attacco di panico, così come gli altri disturbi ad espressione corporea è correlato a difficoltà nella regolazione delle emozioni, nel loro riconoscimento e nella capacità di entrarvi in contatto.
In presenza di sintomi somatici, di natura non organica, spesso ritroviamo uno stato generale di confusione emotiva, se non addirittura di ottundimento emotivo in cui diventa difficoltoso distinguere le proprie emozioni.
Talvolta risulta arduo anche sentirle, quasi come se ci si trovasse in una condizione di “emotività anestetizzata”. Accade di non riuscire a provare emozioni né positive, né negative. Si è isolati da quello che c’è intorno sia emotivamente, che nella concretezza della realtà quotidiana, che porta chi soffre di attacchi di panico ad evitare tutte quelle situazioni che vengono ad essi associate nel circolo vizioso dell’allontanamento della paura di aver paura.
Attraverso la strategia dell’evitamento si cerca di controllare l’attacco di panico che nel modo più paradossale possibile, controlla – per così dire – la vita della persona che ne viene totalmente sopraffatta, mettendola così dinnanzi all’evidenza dell’imprevedibilità dell’incontrollabilità di alcuni tra gli eventi della vita, come ad esempio, la morte.
L’inevitabilità del caso che tanto spaventa l’uomo e in particolar modo le esistenze di chi fa della forza e del controllo, il proprio stile di vita a scapito delle naturali debolezze e fragilità comuni a tutti.
La pratica clinica e le riflessioni da essa derivanti, mettono in luce gli aspetti funzionali dell’attacco di panico, che nella sua violenza costringe a fermarsi, a “prendersi il lusso” di una pausa per riprender fiato e concentrarsi su quelli che sono i propri desideri e paure indicibili e impensabili.
Bibliograifa e approfondimenti
https://www.amazon.it/Famiglie-psicosomatiche-Lanoressia-contesto-familiare/dp/8834006534
https://www.neuroscienze.net/inside-out-controllo-o-naturale-espressione-dellemotivita/
https://it.wikipedia.org/wiki/Inside_Out_(film_2015)